lunedì 1 marzo 2010

Crisi??? va tutto bene!!!!

Mentre i nostri cari "inadeguati" se la cantano e se la suonano tra di loro, ecco gli effetti della loro inadeguatezza (fonte Istat): Disoccupazione: a gennaio è la disoccupazione è giunta all'8,6%, in crescita dall'8,5% dello scorso dicembre. Il numero delle persone in cerca di occupazione a gennaio è risultata pari a 2.144.000 PIL: il prodotto interno lordo (Pil) italiano nel 2009 è diminuito del 5%. Lo segnala l'Istat precisando che si tratta del dato peggiore dal 1971, dall'inizio cioè della serie storica. Indebitamento: l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche (deficit/Pil) calcolato ai fini del Trattato di Maastricht è stato pari al 5,3%, superiore a quello registrato nell'anno precedente, che fu pari al 2,7%. In valore assoluto l'indebitamento netto è aumentato di circa 38,2 miliardi di euro, attestandosi a 80,8 miliardi di euro. Per la prima volta dal 1991 il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato negativo: pari allo 0,6% del Pil, inferiore di oltre 3 punti rispetto al livello positivo raggiunti nel 2008 (2,5%). Il debito pubblico dell'Italia è volato a quota 115,8% al termine del 2009 sulla base dell'ultime stime elaborate dalla Banca d'Italia che indicavano un debito a 1.761,191 miliardi di euro. Fisco: la pressione fiscale sale al 43,2% del Pil, in salita dal 42,9% del 2008. Entrate: nel 2009 le entrate totali, pari al 47,2% del Pil, sono diminuite dell'1,9% rispetto all'anno precedente. Consumi: nel 2009 si è registrata una contrazione in termini reali dell'1,2% dei consumi finali nazionali, secondo i dati Istat, e in particolare una flessione dell'1,8% per la spesa delle famiglie residenti, un incremento dello 0,6% per la spesa delle amministrazioni pubbliche e un rialzo dell'1,1% per le istituzioni sociali private. La flessione dei consumi privati interni è stata pari all'1,9%. Per quanto riguarda i redditi da lavoro dipendente e le retribuzioni lorde sono diminuiti dello 0,6%. CHE SCHIFOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!! del resto se gli "inadeguati" non riescono neanche a presentare una lista elettorale nella regione al cui interno ha una delle città più visitate al mondo, nonchè capitale d'Italia, figuriamoci se riescono a governare questi numeri..... E' vero che la Grecia è vicina...è vero che si dice "stessa razza stessa fazza"...ma è anche vero che il "punto di non ritorno", già raggiunto dai nostri amici greci, si sta avvicinando prepotentemente a noi...che cosa è il "punto di non ritorno"??? seguirà post....

giovedì 25 febbraio 2010

La MARCHETTA sull'articolo 7 della costituzione

L'articolo 7 della costituzione italiana recita: "Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale." Il principio di laicità, quale emerge dagli artt. della Costituzione, implica quindi la non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni ma, la garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale. Vediamo che cosa sta succedendo in un asilo di Goito, nel mantovano. A Goito nel mantovano c’è un asilo comunale (pubblico) che accetta solo i bimbi di famiglie che professano la religione cristiana. E’ la prima volta dunque che un’amministrazione pubblica (in questo caso comunale) subordina all'ispirazione religiosa l'accesso o meno a un servizio pubblico. Tutto scritto nell’articolo 1 – del nuovo regolamento dell’asilo comunale – che pone come condizione all’iscrizione del figlio l'accettazione di una sorta di preambolo religioso: la provenienza da una famiglia cattolica o cristiana. Nel dettaglio: che possano essere iscritti solo bambini appartenenti a famiglie che accettano "l'ispirazione cristiana della vita". Il che significa prima di tutto escludere sicuramente una gran fetta degli immigrati per lo più di religione islamica, indù oppure sihk vista la massiccia presenza di lavoratori impegnati nelle imprese agricole del mantovano e nel veronese.Ma non si tratta solo di questo. Il regolamento potrebbe escludere anche molti italiani. La domanda infatti è: che significa una famiglia di "ispirazione cristiana"? I divorziati sono considerati tali? E i genitori separati? Senza contare magari i figli nati da coppie di conviventi. Detto questo resta il fatto che il nuovo regolamento sia stata approvato a maggioranza dal Consiglio comunale di Goito il cui sindaco Marchetti ha commentato che "pur essendo l'asilo pubblico, da sempre viene gestito secondo criteri che si ispirano al cristianesimo" e di conseguenza non c'è nulla di incostituzionale dal suo punto di vista nell'approvazione di questo regolamento. Si tratta dunque di una motivazione giustificata dalla tradizione quella sostenuta dal sindaco. Ancora una volta un’ amministrazione locale di centro-destra (sindaco Udc Anita Marchetti appoggiata da Pdl e Lega) si distingue per la creazione di una normativa discriminatoria e soprattutto indirizzata ai bambini. CARO SINDACO MARCHETTI......MA VA A CAGAREEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!! NATURALMENTE CON ISPIRAZIONE CRISTIANA!!!

"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nei carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione". Piero Calamandrei

martedì 23 febbraio 2010

Sostegno a radio blackout

"Nel pieno della campagna “spegni la censura, accendi blackout!”, ad un mese dalla scadenza prevista del contratto d’affitto con cui Chiamparino cerca di mettere a tacere una storica voce libera e indipendente della città, Radio Blackout subisce questa mattina un nuovo attacco censorio e intimidatorio.Con la scusa di un’operazione di polizia inconsistente, volta a criminalizzare l’Assemblea Antirazzista Torinese, che da mesi organizza appuntamenti pubblici di protesta contro l’orrore dei centri di identificazione ed espulsione, la radio viene di fatto sequestrata per più di 6 ore, impedendoci di andare in onda con il nostro consueto palinsesto di quotidiana contro-informazione. Per più di un’ora è stato anche staccato il segnale radio. Messi sotto sequestro apparecchiature informatiche fondamentali per la quotidiana attività della radio. La nuova “grande operazione”, fatta di 23 perquisizioni, 3 arresti “cautelari” in carcere e altre 3 custodie ai domiciliari è costruita, ancora una volta, su reati di scarsissima rilevanza penale: insulti, reati contro il patrimonio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e una generica associazione a delinquere. Tre dei colpiti da questi provvedimenti sono nostri redattori. A ordire la trama contro i “nemici pubblici”, il sostituto Pm Andrea Padalino, già salito agli onori delle cronache per la proposta razzista di rendere obbligatorie le impronte digitali per gli/le immigrati/e.Radio Blackout non si è mai sottratta dal denunciare pubblicamente con la propria attività informativa le ossessioni xenofobe di questo pubblico ministero. Non ci stupisce che con la dilatata perquisizione mattutina della nostra sede (e con l’operazione tutta) il Pm in odore di carriera cerchi anche una personale vendetta. L’indagine si sgonfierà presto, il tutto si risolverà ancora una volta in un nulla di fatto. Ma intanto, attraverso la scusa di misure “cautelari”, s’imprigionano e zittiscono le voci scomode. Per parte nostra diamo tutta la nostra solidarietà agli arresati e denunciati. Come mezzo di comunicazione libero e indipendente denunciamo la pretestuosità di un attacco che giudichiamo censorio e intimidatorio. Un attacco che, guarda caso, cade in un momento particolare della vita di Radio blackout e della stessa città di Torino. Mentre si preparano le elezioni regionali e l’ostensione della sindone, le contraddizioni che attraversano la città e il territorio circostante restano tutte aperte: crisi, disoccupazione,casse integrazione che volgono al termine, l’opposizione popolare all’Alta Velocità, le ribellioni dentro i Cie, il massacro della scuola pubblica. Si cerca insomma di normalizzare una delle poche voci libere della città. Ma Radio Blackout non si fa intimidire e rilancia: la data di scadenza sul tappo continuiamo a non vederla… Spegni la censura, accendi Blackout!" 23 febbraio 2010 - La redazione di Radio Blackout

lunedì 22 febbraio 2010

Lettera a Michele Santoro

"Caro Michele,ho riflettuto su quanto è accaduto giovedì ad Annozero. E, siccome è accaduto davanti a 4 milioni di persone, te ne parlo in forma pubblica. Parto da una tua frase dell’altra sera: "Parliamo di fatti". Il punto è proprio questo. Si può ancora parlare di fatti in tv? Sì, a giudicare dagli splendidi servizi di Formigli, Bertazzoni e Bosetti. No, a giudicare dal cosiddetto dibattito in studio, che non è più (da un bel pezzo) un dibattito, ma una battaglia snervante e disperante fra chi tenta di raccontare, analizzare, commentare quel che accade e chi viene apposta per impedirci di farlo e costringerci a parlar d'altro.La maledizione della par condicio, dovuta alla maledizione di Berlusconi, impone la presenza simmetrica di ospiti di destra e di sinistra. E, quando si tratta di politici, pazienza: la loro allergia ai fatti è talmente evidente che il loro gioco lo capiscono tutti.Ma quando, come l’altra sera, ci si confronta fra giornalisti, anzi fra iscritti all’albo dei giornalisti, ogni simmetria è impossibile: quelli "di destra" parlano addosso agli altri e – quando non sanno più che dire – tirano fuori le mie condanne penali (inesistenti) o le mie vacanze con mafiosi o a spese di mafiosi (inesistenti). Da una parte ci sono giornalisti normali, come l'altra sera Gomez e Rangeri, che non fanno sconti né alla destra né alla sinistra; e dall’altra i trombettieri. Che non sono di destra: sono di Berlusconi. E non fanno i giornalisti: recitano un copione, frequentano corsi specialistici in cui s'impara a fare le faccine e a ripetere ossessivamente le stesse diffamazioni.Invece di contestare i fatti che racconti, tentano di squalificarti come persona. Poi, a missione compiuta, passano alla cassa a ritirare la paghetta. E, se non si abbassano a sufficienza, vengono redarguiti o scaricati dal padrone. Non hanno una faccia e dunque non temono di perderla.Partono avvantaggiati, possono permettersi qualunque cosa. Non hanno alcun obbligo di verità, serietà, coerenza, buonafede, deontologia. Non temono denunce perchè il padrone mette ogni anno a bilancio un fondo spese per risarcire i danni che i suoi sparafucile cagionano a tizio e caio dicendo e scrivendo cose che mai scriverebbero o direbbero se non avessero le spalle coperte. Come diceva Ricucci, che al loro confronto pare Lord Brummel, fanno i froci col culo degli altri. Sguazzano nella merda e godono a trascinarvi le persone pulite per dimostrare che tutto è merda. E ci tocca pure chiamarli colleghi perchè il nostro Ordine non s'è mai accorto che fanno un altro mestiere. Ci vorrebbe del tempo per spiegare ogni volta ai telespettatori chi sono questi signori, chi li manda, quali nefandezze perpetrano i loro "giornali", perchè quando si parla di Bertolaso rispondono sulle mie ferie e soprattutto che cos'è davvero accaduto a proposito delle mie ferie: e cioè che ho documentato su voglioscendere.it di aver pagato il conto fino all'ultimo centesimo e di aver conosciuto un sottufficiale dell'Antimafia prima che fosse arrestato e condannato per favoreggiamento, interrompendo ogni rapporto appena emerse ciò che aveva fatto (i due trombettieri invece dirigono e vicedirigono i giornali di due editori - Giampaolo Angelucci e Paolo Berlusconi, già arrestati due volte ciascuno, il secondo pregiudicato - e non fanno una piega). Ma in tv non c'è tempo per spiegare le cose con calma. E, siccome io una reputazione ce l'ho e vi sono affezionato, non posso più accettare che venga infangata ogni giovedì da simili gentiluomini.Gli amici mi consigliano di infischiarmene, di rispondere con una risata o un'alzata di spalle. Nei primi tempi ci riuscivo. Ora non più: non sai la fatica che ho fatto giovedì a restarmene seduto lì fino alla fine. Forse la mia presenza, per il clima creato da questi signori, sta diventando ingombrante e dunque dannosa per Annozero. Che faccio? Mi appendo al collo le ricevute delle ferie e il casellario giudiziale? Esco dallo studio a fumare una sigaretta ogni volta che mi calunniano? O ti viene un'idea migliore?" Marco Travaglio - Da il Fatto Quotidiano del 20 febbraio

lunedì 15 febbraio 2010

Presente? No! Assente

Vuoi monitorare i presenti e gli assenti nel parlamento italiano???? clicca il link sotto riportato..... http://parlamento.openpolis.it/symfony/classifiche Come sono calcolate le classifiche ? I dati sulle presenze e assenze si riferiscono alle votazioni elettroniche che si svolgono nell'Assemblea di Camera e Senato dall'inizio della legislatura. I dati dunque si riferiscono solo al totale delle presenze e assenze nelle votazioni elettroniche in Aula.L'indice di attività è puramente quantitativo e prende in esame il numero e la tipologia degli atti prodotti dai parlamentari in modo da poterli confrontare tra di loro. Un parlamentare è considerato ribelle quando esprime un voto diverso da quello del gruppo parlamentare a cui appartiene. Si tratta di un indicatore puramente quantitativo del grado di ribellione alla "disciplina" del gruppo.

L’età del progresso è finita, è iniziata l’età della rivoluzione

"Iniziò nel rinascimento, divenne un’esuberante adolescente durante l’illuminismo, raggiunse una robusta maturità con l’età industriale e morì all’alba del XXI secolo. Per millenni e millenni non ci fu alcun progresso, ma solo cicli. Le stagioni si alternavano. Le generazioni andavano e venivano. La vita non migliorava, ripetendosi sempre secondo lo stesso identico modello familiare. Non c’era futuro, perché il futuro era indistinguibile dal passato. Poi sopraggiunse l’incrollabile certezza che il progresso non solo fosse possibile, ma addirittura inevitabile. Che le speranze di vita dovessero aumentare. Che i beni materiali si dovessero moltiplicare. Che la conoscenza dovesse crescere. Non c’era nulla che non potesse essere migliorato. La disciplina della ragione e i procedimenti deduttivi offerti dalla scienza sembravano potersi applicare a qualsiasi problema, dalla progettazione di un’unione politica sempre più perfetta alla disgregazione dell’atomo, alla costruzione di semiconduttori di una complessità sbalorditiva e di una qualità impeccabile. Eppure l’età del progresso di è rivelata un sorvegliante inflessibile – e mai come in questi ultimi tempi. I lavoratori di tutto il mondo hanno dovuto sottostare a una serie interminabile di programmi di efficienza, dal downsizing al reengineering, dai programmi di riduzione dei costi del dopo fusione alla pianificazione generale delle risorse, fino alla razionalizzazione della supply chain. Con lo sguardo fisso, hanno ripetuto il “mantra”: più in fretta, meglio e più a buon mercato. Si sono ritrovati a lavorare sempre di più in cambio di sempre meno. È la ricompensa per essere sopravvissuti ai tagli, all’outsourcing e alle ristrutturazioni che hanno così drammaticamente ridotto le dimensioni delle imprese dell’età industriale. La cosiddetta new economy avrebbe dovuto concederci una tregua dall’incrementalismo ottenebrante dell’età del progresso. Migliaia di lavoratori annoiati a morte hanno disertato le monotone, grandi imprese per salire sul carro delle start – up. Centinaia di incubatori di e-business sono stati creati nella speranza di moltiplicare il successo delle killer application. I consumatori, già altrimenti appagati, guardavano all’abbagliante orizzonte dei servizi e dei diversivi della new economy. E alla fine – una fine che, purtroppo, è arrivata abbastanza velocemente – la new economy si è rivelata uno stratagemma per vendere modelli di business premasticati a ingenui investitori e nuovi equipaggiamenti di IT a Ceo presi dal panico. Oggi stiamo varcando la soglia di una nuova era, quella della rivoluzione. Il cambiamento è cambiato. Non è più a carattere cumulativo e neppure si muove lungo una linea retta. Nel XXI secolo il cambiamento è discontinuo, il costo di una decodifica di un gene umano è crollato da diversi milioni a circa un centinaio di dollari. Il costo di memorizzazione di un megabyte è passato da centinaia di dollari a quasi zero. La banda larga è diventata una delle merci più a buon mercato. I flussi globali di capitale sono diventati un torrente impetuoso che erode la sovranità economica delle nazioni. Le strutture familiari sono state fatte a pezzi. Il capitalismo a pugni nudi ha battuto tutte le altre ideologie e un maremoto di deregulation e privatizzazioni ha spazzato il globo. Il Web ha preso rapidamente la forma di un’immensa matrice di connessioni tra le persone, le idee e le risorse dell’intero globo; ed è sempre stata la quantità e la qualità di queste connessioni a determinare il ritmo del cambiamento economico. Così come dal numero di neuroni e neurotrasmettitori dipende l’abilità cognitiva, da quello degli individui e delle interconnessioni tra loro dipende il ritmo dell’innovazione. Prima del Novecento, quando le persone e le comunità erano per la maggior parte isolate, l’innovazione procedeva a un ritmo impercettibile. Il panettiere del paese, il banchiere e il fabbro potevano scambiarsi i loro sogni in nuvole di fumo al pub, ma l’ambito ristretto delle loro esperienze e le scarse risorse cui potevano attingere ponevano un limite preciso al numero di cose che potevano inventare collettivamente. Poi vennero la nave a vapore, la ferrovia, il telegrafo, il telefono, la macchina e l’aeroplano. Idee e capitali cominciarono a circolare, a mescolarsi e a fondersi come non era mai avvenuto prima. L’innovazione iniziò ad accelerare il passo. E adesso, grazie a Internet che potrebbe mettere praticamente ogni essere umano in connessione con ogni cosa del mondo, il numero di possibili combinazioni può spiccare il volo. Il Web sta diventando rapidamente l’intelligenza collettiva dell’umanità. E non c’è modo di prevedere cosa sarà in grado di ideare. Le forze del cambiamento e dell’innovazione non procedono più a lunghi passi. Sono diventate un’orda violenta e inarrestabile che calpesta e travolge, al suo passaggio, chiunque vorrebbe gettare un’occhiata al passato. Detto in parole semplici, siamo sull’orlo di un passaggio di fase in cui l’evoluzione economica diventa rivoluzione perpetua. Oggi viviamo in un mondo di cambiamento continuo, senza fasi di equilibrio tra un punto e l’altro. Per sopravvivere in questa nuova era, ogni uomo e ogni impresa dovranno essere agili e versatili come il cambiamento stesso. Tra il 1994 e il 2000, il numero di telefoni cellulari venduti annualmente è esploso da 26 a circa 400 milioni di esemplari. Nello stesso tempo, la tecnologia da analogica si è trasformata in digitale. Motorola, che sino al 1997 è stata leader mondiale nel mercato dei cellulari, si è attardata a passare alla tecnologia digitale di un anno o due. Nell’arco di questo breve frangente, Nokia, una società fino allora sconosciuta, è diventata il nuovo numero uno mondiale. Un decennio prima Nokia costruiva pneumatici da neve e stivali di gomma. Per Motorola, ritornare sul trono sarà una fatica colossale. Come l’era dei Lumi scalzò il potere temporale della Chiesa, così l’età della rivoluzione minerà l’autorità delle imprese industriali dominanti nella sfera commerciale. I rivoluzionari dell’industria sfrutteranno qualsiasi barriera protettiva, ogni esitazione da parte dell’oligarchia. Ogni tentativo di opporti ai cambiamenti, di ripiegare e raggrupparsi, o di svincolarsi, verrà sfruttato come opportunità per rivendicare più spazi. Prima i rivoluzionari sottrarranno i mercati e i clienti. Poi i rivoluzionari sottrarranno i migliori lavoratori. L’unico limite è l’immaginazione!!! Il gap tra ciò che oggi può essere immaginato e la sua realizzazione non è mai stato così ridotto. Non si tratta di essere arrivati alla “fine della storia”, come direbbe Francis Fukuyama: abbiamo infatti sviluppato la capacità di interrompere la storia, di sfuggire all’estrapolazione lineare di ciò che è stato in passato. Ciò che abbiamo ereditato non coincide più con il nostro destino. In un mondo non lineare, solo le idee non lineari creeranno nuova ricchezza."
Gary Hamel - Leader della rivoluzione
Ritengo che le frasi riportate in questo post, riprese dal libro di Gary Hamel, siano assolutamente veritiere e, se applicate ad un modello di economia sostenibile, possano superare il modello economico capitalista. Ma la classe dirigenziale e la casta politica sono o saranno in grado di applicarlo?

venerdì 12 febbraio 2010

Moratti o Muratti ????

Milko Pennisi, l'attuale presidente della commissione Urbanistica a Palazzo Marino (e consigliere comunale del Pdl) è stato arrestato per concussione in flagranza di reato nell'ambito di un'indagine coordinata dai pm Tiziana Siciliano e Grazia Travella. Risulta che Milko Pennisi e il rappresentante legale di una società immobiliare, che ha denunciato la concussione, si sono incontrati nella seconda metà del novembre scorso tra via Montenapoleone e via Manzoni, dove è avvenuta la consegna della prima tranche della mazzetta del valore di 5 mila euro, con banconote nascoste in un pacchetto di sigarette. Il rappresentante della società immobiliare, M.B., secondo quanto ricostruito dalle indagini era interessato a una pratica edilizia per un progetto di ristrutturazione immobiliare di una palazzina in zona Bovisa e si era messo in contatto con il politico, anche attraverso la sua segretaria, già dal settembre scorso. I due si sarebbero incontrati diverse volte all'interno di Palazzo Marino e anche in alcuni locali di Milano. Pennisi, secondo l'accusa, avrebbe spiegato al rappresentante della società che se non avesse versato a lui 10 mila euro, la pratica non sarebbe andata a buon fine. Nell'inchiesta è indagata in concorso anche la segretaria del consigliere comunale Pdl. E LETIZIA MURATTI CHE COSA DICE???? Il sindaco di Milano Letizia Moratti, appresa la notizia, ha voluto confermare la propria fiducia nella magistratura augurandosi che l'esponente politico possa chiarire presto la sua posizione rispetto all'indagine. «Ho piena fiducia nella magistratura - ha affermato, affidando le sue parole a un breve comunicato - mi auguro che il consigliere Pennisi possa chiarire al più presto la sua posizione di fronte alla giustizia». E BRAVO IL SINDACO...CI MANCHEREBBE SOLO CHE NON CI FOSSE FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA...OPS...STO ANDANDO CONTRO IL REGIME....PERCHE' MAGISTRATURA=MALE, CLASSE POLITICA INADEGUATA/CORROTTA/INDAGATA=BENE.... IL PROBLEMA NON E' LA MAGISTRATURA!!!!!! Dal canto suo l'assessore all'Urbanistica Carlo Masseroli ha voluto esprimere la sua personale solidarietà a Pennisi ma ha escluso categoricamente che il suo arresto possa incidere negativamente sulla discussione in corso al consiglio comunale sul documento che sostituirà il piano regolatore: il piano di governo del territorio. SE NON INCIDE NEGATIVAMENTE ALLORA MI PONGO E VI PONGO UNA DOMANDA??? E' LECITO TUTTO ORMAI IN ITALIA? IL RUOLO DI QUESTA PERSONA PORTAVA VALORE AGGIUNTO? PARE DI NO, VISTO CHE UN ARRESTO ORMAI NON FA PIU' SCALPORE!!!! Per il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato, è infondato ogni paragone storico tra Tangentopoli e l'arresto per concussione di Milko Pennisi. «Tangentopoli è stato un fenomeno molto più complesso - ha ricordato De Corato, che allora sedeva come consigliere comunale del Msi nei banchi dell'opposizione - qui siamo di fronte a un episodio su cui la magistratura farà chiarezza». «Confermo la mia piena fiducia nell'autorità giudiziaria - ha aggiunto De Corato - e spero che Pennisi possa chiarire al più presto la sua posizione anche in relazione alla dinamica con cui si è svolto il suo arresto». QUINDI NON ERA UNA TANGENTE, ERA LA MANCIA SETTIMANALE???? NO COMMENT!!!!!!