martedì 2 febbraio 2010

La mia generazione non ha ancora perso

Domenica 31/01/2010, mentre stavo leggendo un quotidiano, mi sono imbattutto in una lettera aperta di un ragazzo di 16 anni. Ritengo che quanto scritto da questo ragazzo rispecchi fedelmente le finalità di questo blog e non abbia bisogno di ulteriori commenti da parte del sottoscritto. Mi limito a riportare quanto da lui scritto, sperando che la sua voce possa essere ascoltata. Per onor di cronaca, il titolo di questo post corrisponde al titolo della lettera aperta. "Mi chiamo Leonardo, ho 16 anni. Domanda secca: voi vi sentite ancora italiani? Nonostante tutto, lo siete, per fortuna o purtroppo. La politica non esiste più: esistono mazzette, trans, tangenti, polvere ma nessun uomo valido da appoggiare. Di buono che c’è rimasto? La scuola? Neanche più quella. Non vedo più nessuno che s’incazza, sono tutti assuefatti. Sono stufo di leggere quel Leitmotiv sull’Italia ultima ruota del carro, la mafia fenomeno dilagante, le infrastrutture e i servizi fatiscenti. E’ come se il malcostume, la furbizia, la corruzione fossero parte integrante del vissuto di ognuno di noi, li accettassimo passivamente a testa bassa, come disvalori atavici. E allora mi rivolgo a voi giovani. A voi che come me state crescendo in uno Stato dove la Libertà è un’opinione. Non siete stufi di leggere considerazioni pessimistiche sul nostro futuro? Reagite. Vorrei vedere le piazze gremite di gente appassionata, convinta di ridare un senso alla propria vita, al proprio futuro, alla propria Nazione. Proviamoci almeno noi a cambiare questo mondo. Potremo poi raccontare senza alcun rimorso ai nostri figli di aver combattuto per loro."

1 commento:

  1. sottoscrivo in pieno No Casta.

    Ti suggerisco, sull'argomento, di leggere qualcosa, qualsiasi cosa, di Guicciardini, i Ricordi specialmente.

    In quest'opera, anche se disorganizzata come qualsiasi scritto a base di aforismi e pensieri, appare in maniera lucida e chiara l'analisi dell'autore sui vizi e virtù dell'italiano medio (anzi, medio-alto, da classe dirigente).

    Egli è il vero Machiavelli, nel senso più machiavelicco del termine (per capirci lo stereotipo dell'italiano furbo, calcolatore e traditore) e, come tutti i classici, è nuovo ancor oggi, molto più nuovo ed attuale degli istant-books pubblicati dai giornalisti asserviti alla casta.

    Con stima

    MGF

    RispondiElimina